Siamo nel XVI secolo e l’abate Martino del monastero di Asello, che ambiva a diventare abate voleva mettersi in mostra con il reverendo che sarebbe passato a visitare il suo convento. Quale presentazione migliore, si disse Martino, che una bella iscrizione sul portale di ingresso del convento?
Ecco allora che a Martino viene l’idea di incidere un famoso motto latino di benvenuto:
“Porta patens est. Nulli claudatur honesto”, che tradotto in italiano sarebbe “La porta resti aperta. A nessun onesto si chiuda”.
Armato di scalpellino si mette all’opera ma, complice la distrazione o la stanchezza, sbaglia la posizione del punto ottenendo un risultato diverso da quello che aveva in mente:
Porta patens est nulli. Claudatur honesto
Ovvero
La porta non resti aperta a nessuno. Si chiuda all’onesto
Un po’ diverso dal significato originale della frase, non trovate?
Questo “piccolo” errore di punteggiatura costò molto caro al nostro Martino. Il reverendo in visita, appena letta la frase se ne andò indignato: un tale messaggio così contrario alla morale cristiana non poteva essere inciso sul portale di un convento. Ma non solo: si narra, infatti, che la sua disavventura arrivò alle alte sfere ecclesiastiche, alcuni dicono addirittura al pontefice, il quale privò Martino della cappa, ovvero del simbolo degli abati e di ogni possibilità di fare carriera.
Controllo punteggiatura: le regole fondamentali
Se nel 1500 “per un punto Martin perse la cappa”, oggi noi, a causa di un errore di punteggiatura, possiamo perdere un’occasione di lavoro, se, ad esempio, sbagliamo la punteggiatura in una lettera di presentazione o, ancora peggio, sul curriculum.
La storia di Martino è, infatti, l’esempio lampante di come la punteggiatura sia importante per dare forma e significato a ciò che scriviamo.
In questo articolo passiamo in rassegna tutti i segni di interpunzione e ripassiamo insieme le principali regole di punteggiatura.
Prima di iniziare, ecco il primo trucchetto che vi suggeriamo di utilizzare ogni volta che avete un dubbio su come controllare la punteggiatura: leggete ad alta voce il testo che avete scritto e a ogni segno di interpunzione fate una pausa più o meno breve.
La virgola
La virgola è, tra tutti i segni di interpunzione, quello più usato, il più versatile e quello che più di ogni altro determina lo stile di un autore.
Rappresenta una pausa breve tra due parole della durata più o meno equivalente a un battito di ciglia.
Vediamo quando usare la virgola in maniera corretta:
- Per separare gli elementi di un elenco, per enumerare: per fare la torta dobbiamo comprare zucchero, farina, uova, lievito e mele;
- Per dividere frasi connesse per asindeto: Giovanni è arrivato, si è fatto la valigia, è ripartito;
- Per dividere una proposizione subordinata dalla principale: Luisa è arrivata ieri, rimane una settimana.
- Per isolare un inciso: Carlotta, dopo aver nuotato per un’ora, si è addormentata al sole;
- Per evidenziare una vocazione: Luca, vieni a tavola che è pronto!
Attenzione! Quando invece la virgola non si deve MAI usare:
- Tra soggetto e verbo;
- Tra verbo e complemento oggetto;
- Tra il verbo essere e l’aggettivo o il nome che lo accompagna nel predicato nominale;
- Tra nome e aggettivo.
Il punto e virgola
Il punto e virgola rappresenta una pausa di lunghezza intermedia tra quella della virgola e quella del punto. È il meno usato tra i segni di interpunzione ma erroneamente perché il suo utilizzo corretto è molto indicativo dello stile di un autore. Vediamo come impiegarlo al meglio:
- Per indicare e separare due o più proposizioni sul piano della forma ma non su quello dei contenuti, quando le proposizioni sono difficili da separare con il solo utilizzo delle virgole: dovrei riprendere a studiare l’inglese; lo sto perdendo;
- Per separare i termini di un elenco quando si vuole isolare o raggruppare elementi omogenei all’interno di una lista più ampia: ho tre sorelle: una che vive in Spagna, a Madrid; una in Italia, a Milano e la terza in Portogallo, a Lisbona;
- In alternativa alla congiunzione: la serie tv è divisa in quattro stagioni; ognuna ambientata in una città diversa.
Il punto
Il punto indica la fine di una frase, segna una pausa forte, indica la fine dell’argomento precedente e l’inizio di uno nuovo. Si utilizza correttamente il punto:
-
- Per mettere fine a un periodo: la scuola era finita. Le vacanze iniziavano;
- Per separare due paragrafi distinti: in questo caso si va a capo e si scrive una nuova sezione di testo;
- Per porre fine a un testo: e vissero felici e contenti.
Ci sono altri usi ‘alternativi’ del punto:
- Dopo le abbreviazioni: sig. Rossi, Dott. Stella;
- Nei numeri, in questo caso si possono utilizzare anche i due punti: Alle 12.30 Giovanni e Luisa si incontrarono per pranzare insieme;
- All’interno delle parole contratte: f.lli, gent.mo.
Controllo punteggiatura: gli altri segni di interpunzione
Nei paragrafi precedenti abbiamo visto i segni di interpunzione più utilizzati: la virgola, il punto e virgola e il punto, che sono fondamentali per avere un buon controllo della punteggiatura. Adesso vediamo altri segni di interpunzione, più grafici, alcuni dei quali devono essere usati con molta parsimonia.
- Due punti: utilizzati all’inizio di un elenco, per annunciare o indicare qualcosa o per indicare un chiarimento, per introdurre il discorso diretto;
- Punti di sospensione: devono essere tassativamente tre (non quattro, non due); indicano una sospensione, una pausa o sono da impiegare per censurare parole irripetibili o per esprimere la continuazione di un’enumerazione;
- Punto interrogativo: chiude una domanda diretta Dove abiti? O serve per indicare l’incertezza di un dato L’opera risale al 1446 (?)
- Punto esclamativo: chiude una frase esclamativa e serve per indicare diverse emozioni: Evviva, la nostra squadra ha vinto!
- Virgolette: utilizzate per indicare discorsi diretti o citazioni, titoli “Le parole sono importanti”;
- Parentesi: servono a chiudere parole e frasi, per isolarle dal resto del discorso, aggiungendo commenti o chiarimenti nella frase Francesco perse il treno e arrivò in ritardo (come al solito);
- Trattini: hanno una funzione simile a quella delle parentesi in quanto servono a chiarire elementi del discorso Filippo – nonostante sia molto attento – ha sbagliato strada.
Eccoli qui tutti i segni di interpunzione della nostra bellissima lingua, bisogna stare molto attenti ad usarli nel modo corretto per evitare cadute di stile che possono costarvi caro. Per questo motivo vi consigliamo sempre, ogni volta che avete finito di scrivere un testo di effettuare un rigoroso controllo della punteggiatura.