Quando si corregge una bozza, e ve lo diciamo in base alla nostra ormai decennale esperienza, dovete sapere che la punteggiatura nei dialoghi è una delle questioni più ostiche in assoluto, non solo per l’autore del testo, anche per il correttore di bozze non è cosa facile. In questa mini guida vediamo insieme come dirimere le più importanti questioni relative alla punteggiatura nei dialoghi in base a quali virgolette decidete di usare.
La punteggiatura è di grande importanza in qualsiasi tipo di testo, ancora di più se ci sono dialoghi o riflessioni personali. Questo perché lo scrittore, descrivendo la scena, deve essere in grado di trasmettere al lettore ogni sfumatura di emozioni, a descrivere la scena riuscendo a disegnarla nella mente di chi legge. Ed è proprio con i segni di punteggiatura che si possono creare quelle pause, quelle sospensioni che aiutano a immedesimarsi nella storia e a comprendere il carattere e gli atteggiamenti dei protagonisti e degli altri personaggi del racconto.
Perché la punteggiatura nei dialoghi è così importante?
Perché la punteggiatura nei dialoghi a volte può essere complicata? Può essere complicata perché tutto ciò che riguarda questo tipo di argomento rientra in quelle che sono delle vere e proprie regole editoriali, di pubblicazione di un manoscritto, piuttosto che di grammatica italiana.
Chi di fatto è alle prime armi con la scrittura di un romanzo, non a caso, incappa spesso in queste problematiche proprio perché non conosce ancora alla perfezione le regole del gioco. C’è da dire, inoltre, che ogni casa editrice ha le proprie norme redazionali. Sarà quindi importante trattare ogni singola opera in base alle richieste specifiche che ci richiederà l’editore, così da assicurarsi di presentare un testo che sia in linea con la modalità di lavoro di quella particolare realtà. Nel caso del self publishing, invece, è di fondamentale rilievo la scelta di un sistema che sia coerente, utilizzandolo senza errori per tutta la durata del testo.
Ed è proprio qui che possiamo venire in soccorso a scrittori e aspiranti tali. Noi di Correzionedibozze.it forniamo un supporto preciso e affidabile sia nel caso di revisioni per case editrici, che di manoscritti pubblicati in self publishing. Non esitare a contattarci per avere un preventivo senza impegno e due pagine di prova GRATIS di correzione del tuo elaborato.
I segni che delimitano i dialoghi sono 3
Detto questo, iniziamo subito con il sottolineare che, come spiegheremo meglio di seguito, questi 3 sono i segni che contraddistinguono i dialoghi:
- le caporali
- le virgolette alte
- i trattini lunghi
La scelta di uno o di un altro, se non dipende da norme richieste dalla casa editrice, è puramente stilistica e personale. Tutti e tre i segni, infatti, possono essere utilizzati per delimitare i dialoghi nel testo di un romanzo. Vediamo nel dettaglio come.
Le caporali
Le caporali sono molto diffuse e permettono una fluida gestione del dialogo non però esente da una ferrea regolamentazione della punteggiatura.
Dette anche “sergenti”, le caporali sono particolarmente apprezzate in Italia da editori importanti: Mondadori, Salani, Adelphi, giusto per citarne alcuni. La caporale presenta un vantaggio assoluto in rapporto ad altre tipologie di segni: sono segni che vanno ad indicare in maniera univoca i dialoghi, mentre gli altri simboli rimangono “liberi” di svolgere altre funzioni. Ad esempio, le virgolette alte ” ” permettono di indicare una citazione all’interno del dialogo.
Il vero svantaggio è che non è così semplice ricordarsi di inserire la punteggiatura corretta all’interno del dialogo. Detto questo, senza scoraggiarsi, non perdiamoci d’animo e iniziamo a vedere nel dettaglio tutte le possibili casistiche.
PS. Come si fanno le caporali con la tastiera del Mac e del PC? In linea generale le caporali si trovano fra i caratteri speciali, che possono essere facilmente richiamati digitando “caratteri speciali” dalla barra di ricerca.
L’altro metodo, valido sia su Windows che su Mac, è quello di cercarle con Google e fare copia – incolla nel testo.
Se vogliamo utilizzare le scorciatoie da tastiera, invece, puoi digitare ALT + 174 per « e ALT + 175 per » se lavoriamo con Windows. Nel caso del Mac, invece, dovrebbe essere sufficiente digitare Alt + 1 per « e Alt + Shift + 1 per ».
Come usare le caporali in una frase formata solo dal dialogo
Vediamo il seguente esempio: «Vado in spiaggia.»
Ricordati che qualunque segno di punteggiatura tu inserirai alla fine del dialogo, che sia un punto esclamativo ! o interrogativo ? Deve sempre stare dentro al dialogo, in questo senso:
«Vado al mare?»
«Vado al mare!»
«Vado al mare…»
Caporali in un dialogo introdotto da una frase
In questo caso, in generale, possiamo seguire la seguente regola: se la punteggiatura si riferisce al dialogo, dev’essere inserita all’interno delle caporali, se si riferisce all’intera frase, possiamo metterla esternamente.
Facciamo qualche esempio pratico.
Mi chiamò e disse: «Vado al mare».
Mi chiamò e chiese: «Posso andare al mare?»
Non c’è bisogno di ripetere il punto fermo esterno alle caporali nella seconda frase.
Come si utilizza la virgola?
Disse ai suoi amici: «Oggi vado al mare», e uscì prendendo il borsone.
La virgola si utilizza, come in questo caso, quando non c’è punteggiatura all’interno delle caporali, dal momento che il periodo continua, dopo il dialogo, con una frase.
Non sarebbe servita la virgola se, ad esempio, nel dialogo ci fosse stata una domanda, e quindi un punto interrogativo, o un’esclamazione, con un punto esclamativo.
Infine, cosa fare se il dialogo è spezzato da un inciso?
Se il periodo che contiene il dialogo è costruito in maniera diversa rispetto ai precedenti esempi, e il dialogo stesso è diviso in due parti, separate da un inciso, vale la seguente regola: la punteggiatura che si riferisce al dialogo deve essere inserita all’interno delle caporali, mentre quella che regge l’intero periodo può essere messa all’esterno.
Questo aiuta il lettore a interpretare la giusta espressione del testo. Facciamo qualche esempio.
«Oggi vado», rispose, «al mare fino a tarda sera.»
«Possiamo muoverci?» disse. «Non ho più voglia di aspettare.»
«Ci penso io!» esclamò. «So quello che faccio.»
Le virgolette alte
Le virgolette alte sono caratteri molto utilizzati, anche perché è molto più facile digitarle sulla tastiera rispetto alle caporali, che richiedono come abbiamo visto la digitazione di una scorciatoia da tastiera. Se decidete di utilizzare le virgolette alte al posto delle caporali, potete seguire le stesse regole visto poco prima. Infatti, sia per quanto riguarda le norme grammaticali, che per le indicazioni di punteggiatura, le virgolette alte si comportano in ugual modo.
L’unica cosa a cui prestare attenzione, se vogliamo essere precisi, è la digitazione corretta. Infatti, le virgolette alte si possono scrivere in due modi: le virgolette alte diritte Quello che è importante, è utilizzarne un solo tipo in tutta la durata del testo, senza alternare le due forme. Come può succedere questo? Se utilizziamo più di un editor di testo, ad esempio, potremmo incorrere in questo errore. Microsoft Word, fra le opzioni, ha la possibilità (in genere già flaggata di default) di sostituire automaticamente durante la digitazione le virgolette semplici diritte con quelle inglesi. Per controllare, basta andare in Opzioni, Strumenti di correzione, Opzione di correzione automatica, e verificare se alla voce “Sostituisci durante la digitazione” è prevista anche la sostituzione delle virgolette.
Questo non succede, invece, su altri editor, come Documenti Google o se, magari, aprire il file da mobile per effettuare qualche correzione o modifica.
I trattini nei dialoghi
Se, al posto delle virgolette o delle caporali, volete utilizzare i trattini per indicare i dialoghi, dovrete imparare alcune semplici regole. I trattini sono di 3 tipi:
- trattino breve – si utilizza per dividere due parole, oppure per andare a capo; non va bene per i dialoghi, creerebbe confusione. È il trattino che si trova comunemente sulle tastiere;
- trattino medio – (ALT + 0150 da tastiera) ha una funzione simile alla virgola, ma più incisiva. È quello che usiamo, appunto, per indicare gli incisi all’interno delle frasi. Ed è proprio quello che vedremo va bene per i dialoghi;
- trattino lungo ― (ALT + 0150 da tastiera) è meno comune in italiano. Può essere scelto nei dialoghi, per non fare confusione con il trattino medio, lasciando a quest’ultimo il compito di indicare gli incisi.
È fondamentale, inoltre, prestare attenzione alla posizione dei trattini nei dialoghi, che devono essere inseriti sempre all’inizio e alla fine della battuta, ad eccezione del caso in cui la frase termina alla fine del dialogo. In questo caso, i trattini possono essere omessi. Il testo successivo, per distinguersi dal discorso diretto, deve andare obbligatoriamente a capo. Ad esempio:
– Buongiorno – disse Marco.
– Buongiorno a te! – rispose Laura.
– Non capisco perché hai deciso di non venire – disse Marco – Non ti piaceva quel posto?
Laura riprese a parlare: – Sì, mi piaceva molto – sospirò.
– Ma ho avuto un impegno improvviso e non potevo più venire.
– Cosa ne pensi del film che abbiamo visto ieri sera? – chiese Marco.
– Non mi è piaciuto per niente! – rispose Laura. – Trovavo che fosse troppo lento e noioso.
Vi ricordiamo che potete contattarci per qualsiasi dubbio, o per avere un preventivo gratuito (con due pagine di prova di correzione del vostro testo). Il nostro servizio di correzione di bozze vi risponderà entro 24 ore.
Mi occorrerebbe far visionare un mi intervento scritto contenuto in 4 fogli formato A4. Gradirei un’ eventuale visione e correzione della punteggiatura.
Tale servizio, se possibile, mi dovrebbe essere consegnato in pochi giorni. Cortesemente mi occorrerebbe conoscere anche il costo del servizio.
In tale attese invio cordiali saluti.
Dott. Mario Russo Cirillo